Su sentieri di montagna, l'anima in cammino verso la vita autentica
Monte Due Mani da Morterone
Monte Due Mani da Morterone

Monte Due Mani da Morterone

Mappa e specifiche del percorso

Download file: Pian-Palu-da-Fontanino-Pejotime.gpx
Durata 1:00 h
Difficoltà facile
Distanza 2.4 km
Quota della partenza1685 m
Quota dell’arrivo1825 m
Dislivello 140 m
Data escursione01/03/2025

L’escursione

Oggi propngo un escursione in val di Sole (per la precisione in val di Pejo) estremamente semplice e accessibile, perfetta in inverno per chi vuole avvicinarsi al mondo delle escursioni nella neve.

Percorriamo l’anello in senso antiorario, scendendo dal parcheggio lungo un breve tratto di strada asfaltata, per poi imboccare un sentierino stretto stretto che sale tra diverse abitazioni. Attenzione a imboccare questa incospicua viuzza poco visibile dalla strada.

L’inizio non è dei migliori, con il primo tratto del sentiero estremamente trascurato, sporco di sterco e intralciato da alberi e rami probabilmente tagliati ma non rimossi. Questo tratto scoraggiante fortunatamente è di breve durata, e in pochi minuti già ci troviamo nel bosco, accompagnati dalla musica del torrente Pesora. La via è accidentata e richiede una certa attenzione a come si mettono i piedi, ma per il resto sale con pendenza costante fino ad aprirsi in una radura erbosa, da cui già intravediamo all’orizzonte le montagne lariane.

Oltre la radura, la pendenza aumenta e il fiato corto inizia a farsi sentire. Occhio a scarligà (per i non addetti, occhio a scivolare), perché la salita è un po’ esposta, fangosa e costellata di sassi infidi come la rucola.

Giungiamo in cima al monte Pesora, a quota 1190 m, da cui godiamo di un’ottima vista: prendendo come riferimento il complesso del S. Primo, scorrendo con lo sguardo verso sinistra vediamo il Palanzone, il Bolettone, i laghi Segrino e Pusiano, la carissima e nebbiosissima Brianza, il Cornizzolo molto vicino e anche il Resegone e le due Grigne, al di là del lago Lario.

Fortunatamente in 20 minuti già raggiungiamo la grande croce di ferro che corona in Cornizzolo, ottimo punto per sostare a rifocillarsi, pisolare e prendere il sole.

Fortunatamente in 20 minuti già raggiungiamo la grande croce di ferro che corona in Cornizzolo, ottimo punto per sostare a rifocillarsi, pisolare e prendere il sole. Da qui si ha una visuale anche sul rifugio Marisa, poco più in basso, all’inizio del percorso di rientro.

Ci soffermiamo a visitare la piccola cappella alpina e la massiccia croce di pietra adagiata a terra, poi scendiamo lungo un ampio pratone. Da qui, possiamo proseguire lungo una strada sterrata oppure scegliere il pittoresco sentiero che la costeggia sulla destra, ideale per chi desidera un percorso più vario e avventuroso, anche solo per qualche minuto. Poco dopo, un cartello ci invita a entrare sotto un’arcata di larici, dando inizio a una discesa più ripida e immersa nella natura.

Camminare nel bosco ci dona una sensazione di calma immediata. Il suono delle foglie secche calpestate dai nostri scarponi e il profumo della terra e del legno ci portano in sintonia con l’ambiente. Ogni passo scivola via facilmente, mentre ci immergiamo nei colori e nella freschezza dell’aria. La sensazione di benessere cresce lentamente, come se il bosco ci avvolgesse con la sua tranquillità, invitandoci a lasciare da parte ogni pensiero.

Un tronco particolare attira la nostra attenzione: mostra quattro segni che paiono graffi, quasi perfettamente verticali e lunghi circa un metro, troppo regolari, profondi e tondeggianti per essere stati impartiti da qualche animale. L’origine di questo fenomeno mi è sconosciuta, ma sarei felice di scoprirla.

La discesa prosegue sempre più accidentata e impegnativa, ma mai troppo difficoltosa, finché giungiamo all’eremo di San Miro e al sentiero geologico basso. La chiesetta è chiusa, ma uno sportellino aperto in una finestra, da cui esce un soffio di aria gelida, permette di sbirciare all’interno gli affreschi di scene di vita di montagna.

L’anello si chiude attraverso un comodo selciato parallelo al torrente Ravella. Questo ultimo tratto è condiviso anche dall’anello del Sentiero dello Spirito del Bosco.

La pianta del giorno

Non sono un esperto di botanica, anzi tutt’altro, ma ammiro e invidio chi riesce a riconoscere e nominare le piante che incontra sui sentieri. Dunque mi sono proposto di fotografare una pianta in ogni mia escursione, e una volta a casa di identificarla per costruirmi nel tempo un bagaglio minimo di conoscenza.

Riesci a riconoscere questa pianticella dalle foglie coriacee e con fiori bianchi e rosa?

Clicca qui per scoprire la risposta!

Alla prossima avventura!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *